Venerdì 17 Marzo il governo Gentiloni ha cancellato per decreto i voucher, senza andare al referendum. Il premier, Paolo Gentiloni, al termine del CdM ha spiegato la sua scelta così:
«Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che l’Italia non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi. E nella consapevolezza che questa decisione è coerente con l’orientamento maturato nelle ultime settimane in Parlamento».
Ma, facciamo un passo indietro, cosa sono i voucher e perché sono stati creati?
La loro introduzione risale al 14 Febbraio 2003, durante il secondo governo Berlusconi, tramite la legge Biagi/Maroni. La loro creazione mirava a contrastare il lavoro in nero e serviva come strumento di retribuzione per i lavori occasionali.
I voucher avevano un valore di 10 Euro l’ora, di cui 7,50 netti finivano nelle tasche del lavoratore e i restanti 2,50 andavano divisi tra INPS e INAIL. Ma a seguito della crisi economica del 2008 il concetto di voucher ha preso una piega ben diversa da quella iniziale. Quello che doveva essere uno strumento di retribuzione occasionale si è trasformato in un metodo di retribuzione fissa.
Se nelle mani sbagliate, i voucher, si potevano trasformare in un’arma a doppio taglio, perché in principio dovevano servire per impieghi temporanei a studenti, baby-sitter o anche pensionati.
Ma a chi sono serviti poi?
Ad aziende che hanno cavalcato l’onda del momento e hanno arginato il problema delle assunzioni con il metodo di pagamento in voucher.
E adesso concretamente cosa succederà?
I voucher acquistati entro il 17 marzo potranno essere utilizzati fino al 31 Dicembre, ma da adesso in poi non ne verranno più venduti.
Come saranno retribuiti coloro che hanno trovato un impiego temporaneo prima del decreto abrogativo?
In che direzione andranno adesso i datori di lavoro?
Secondo voi con questo nuovo decreto ci sarà meno lavoro per i precari o, pensando positivamente aumenteranno le assunzioni?
A voi la parola.
Raccontateci la vostra esperienza con i voucher e dateci la vostra opinione sull’argomento.
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